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lunedì 24 gennaio 2011

Berlusconi il Padrino il Mafioso e dei cani senza testa....


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Sotto il testo dell'ultima intervista a Paolo Borsellino da  cui si evince l'amore per gli animali di cui sono capaci da sempre gli uomini mafia,una lunga tradizione,una certa cultura in quelle campagne considera l'animale meno di un oggetto,anzi ancora meno,qualcosa di indefinibile,il termine sentimento è inappropriato,trattandosi di umanità suona meglio bestialità,selvaggia,oscura ottusa bestialità emotiva,incapacità all'empatia...non sappiamo dove affonda le sue radici questa subcultura impastata di tribalismo,ritualità magiche,lunghe latitanze ascoltando Radiomaria e santini segnalibro nelle bibbie !
ll costume dell'intimidazione servendosi delle teste degli animali (...) lo si riscontra in sperdute lande dell'Africa nera islamizata e forse altrove,quando si voleva far capire al nemico che la minaccia di morte incombe sul suo capo è la testa di montone la si seppellisce sotto un mucchietto di polvere,l'odore recapiterà il messaggio (...)
L'uomo di sentimenti,Mangano un"eroe" cosi definito sia da Berlusconi che dal suo amico Dell'Utri condannato in via definitiva per mafia (...) di cui si parla è il famoso stalliere (passato a miglior vita) di una delle residenze del nostro premier !
Nell'intervista ho sottolineato l'aspetto barbaro,la selvaggia gratuita violenza che investe un certo numero di cani,decapitati e usati in modalità finalizate all'intimidazione,all'estorsione.
Pare un metodo infallibile a cui "non si puo dire di no!" e vi allego il video di un film notissimo,rivelo al mondo  l'oscura brutale bestialità che anima,palpita in fondo ad un cieca disumanità .
Pare che i latitanti,ad esempio Provenzano,Riina etc,abbiano avuto un tale disprezzo per gli animali,i cani, da accettare di esporsi al rischio di una sorveglianza ravvicinata da parte del nucleo che dava la caccia ai latitanti (...) mal gliene incolse come sappiamo (...) 




"Sì, Vittorio Mangano l'ho conosciuto anche in periodo antecedente al maxiprocesso, e precisamente negli anni fra il '75 e l'80. Ricordo di avere istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane e che presentavano una caratteristica particolare. Ai titolari di queste cliniche venivano inviati dei cartoni con una testa di cane mozzata. L'indagine fu particolarmente fortunata perché - attraverso dei numeri che sui cartoni usava mettere la casa produttrice - si riuscì rapidamente a individuare chi li aveva acquistati. Attraverso un'ispezione fatta in un giardino di una salumeria che risultava aver acquistato questi cartoni, in giardino ci scoprimmo sepolti i cani con la testa mozzata. Vittorio Mangano restò coinvolto in questa inchiesta perché venne accertata la sua presenza in quel periodo come ospite o qualcosa del genere - ora i miei ricordi si sono un po' affievoliti - di questa famiglia, che era stata autrice dell'estorsione. Fu processato, non mi ricordo quale sia stato l'esito del procedimento, però fu questo il primo incontro processuale che io ebbi con Vittorio Mangano. Poi l'ho ritrovato nel maxiprocesso perché Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come uomo d'onore appartenente a Cosa Nostra».

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M.Abbatangelo